60 kg di mele, con processore G5

1 Marzo 2013
  • Apple G5



Il direttore di Ordine e Libertà, il giornale di Abbiategrasso,  ha donato al nostro gruppo 6 iMac G5, spinti da un processore PowerPC da 1,8 ghz. Le macchine sono dichiaratamente non funzionanti. A questa ha aggiunto in extremis un simpatico iMac G3 della serie Bondi color Strawberry.

Dando precedenza agli anziani, verifichiamo con grande piacere il perfetto funzionamento di questa coloratissima macchina, che in parallelo agli altri lavori, è stata subito formattata e riportata alle condizioni iniziali di fabbrica.

Ci dedichiamo con entusiasmo al lotto di G5, che schierati tutti assieme fanno decisamente ancora una bella figura.

Come anticipato, queste macchine sono afflitte da uno spinoso problema al video:

Googoleggiando e chiedendo a qualche amico, recuperiamo informazioni utili per tentare la riparazione: i maggiori indiziati sembrano essere il cavetto che porta il segnale al video o, più probabilmente, un problema alla scheda grafica.
Quest’ultima ipotesi ci spaventa parecchio perchè richiederebbe una operazione di reballing, ossia rimozione del chip tramite un saldatore ad aria calda, pulizia, ripristino della pasta dissipante e riposizionamento del chip stesso. Un po’ fuori dalla nostra portata.

Decidiamo di aprire l’esemplare che presenta la situazione peggiore:

Proviamo subito a staccare e riattaccare, dopo una pulita ai contatti, il cavo video incriminato. Con poche speranze accendiamo il tutto, ma il risultato non cambia, …neanche muovendo il cavetto stesso.

Diversi mesi fa ci avevano portato una di queste macchine, che una volta alimentata non dava alcun segno di vita. E’ arrivato il momento di aprire anche quella.

Scopriamo così che, pur essendo entrambi A1058, le due schede sono piuttosto differenti:

Questa è quella dei sei appena arrivati: presenta affianco al drive una batteria ed integra il wi-fi. Inoltre sotto all’alimentatore ha un sensore per rilevare la luce ambientale.

Il donatore di organi invece non ha alcun sensore ambientale e presenta uno slot per l’inserimento della scheda Airport.

Procediamo allo smontaggio, facendo bene attenzione alla sequenza delle numerosissime viti.

Ecco il primo monitor montato sul G5 originale, annotiamo a spanne la posizione ed il numero delle righe.

Spostando il pannello sul secondo G5, otteniamo la sorpresa:

Le righe rimangono nella stessa posizione. Allora il problema è del pannello !

Infatti dopo qualche minuto montiamo il pannello sano sul G5 malato e tutto funziona alla perfezione.

Decidiamo di sacrificare questo LCD veramente inguardabile per cercare di capirci qualche cosa.

In un primo momento questi flat sul bordo attirano la nostra attenzione, ma muovendoli e pigiandoli, anche monitor acceso, le righe non cambiano né  di posizione né di quantità.

Arrivati a questo punto, non ci fermiamo e proseguiamo la vivisezione, ben consci del fatto che questo esemplare difficilmente riuscirà a tornare agli antichi splendori.

Via la copertura e via il cavetto dati.

Ecco il monitor messo a nudo. Separiamo la lampada dal resto del pannello. E’ la prima volta che ci capita di arrivare ad un livello simile di smontaggio di un LCD. E’ molto affascinante vedere l’immagine in trasparenza.

Proviamo ad intervenire ancora sui flat ma non otteniamo nessun risultato utile.

Questa, scattata al buio assoluto, è la foto più bella !

Ora come ora siamo fermi a questo punto: un bel G5 completamente a pezzi,

in compagnia di alcuni fratellini con lo stesso problema. Attendiamo idee per risolvere questo difetto.